Per coalizione tarsale, si intende la fusione “anomala” tra 2 o più ossea del tarso.

Questa fusione può essere fibrosa (o sindesmosi), cartilaginea (o sincondrosi) o ossea (chiamata sinostosi) ed è in grado di produrre dolore e limitazione funzionale nel piede del nostro paziente.

Per essere ancora più chiari, ci troviamo quindi di fronte ad una vera e propria “barra o ponte”articolare che non dovrebbe esistere.

È una patologia congenita relativamente frequente ed è bilaterale nel 50-60% dei casi.

Le ossa del tarso sono: calcagno, astragalo, scafoide, cuboide ed i 3 cuneiforme.

Le più frequenti coalizioni sono tra l’astragalo ed il calcagno (astragalo-calcaneari) 48% e tra il calcagno e lo scafoide tarsale (calcaneo-scafoidee) che rappresenta il 43% di tutte le coalizioni tarsali.

Esistono anche coalizioni tarsali multiple che si associano nella maggior parte dei casi a sindromi genetiche (es. piede equino varo, sindrome de Apert, emimelia fibulare).

I sintomi possono comparire già nella prima infanzia o durante l’adolescenza e solo il 25% dei pazienti affetti da una coalizione tarsale sono sintomatici.

Generalmente il paziente presenta una deformità progressiva in valgo con diminuzione del arco longitudinale (arcata plantare) e con limitazione o assenza del movimento subtalare (presenta un blocco fisico al movimento) con un caratteristico piede contratturato in eversione. La coalizione modifica la deambulazione ed il dolore aumenta con l’attività fisica così come è difficile camminare su superfici irregolari.

Molti pazienti presentano anche frequenti distorsioni di caviglia in quanto aumentano le forze di stress sui legamenti della caviglia in quanto manca un movimento subtalare.

Non dimentichiamo che esistono le forme asintomatiche che in età adulta sono correlati a sintomi artrosici secondari al blocco articolare.

Va sempre realizzata una diagnosi differenziale con tutte le possibili patologie neoplastiche, infiammatorie o traumatiche della sottoastragalica, nelle quali si registra un’analoga distribuzione del dolore, una rigidità articolare o anche un piede contratturato in eversione.

Nel bambino il piede piatto rientra nella diagnosi differenziale ma il dolore e la limitazione funzionale non sono così marcati come in un piede affetto da una coalizione.

Nel adulto l’insufficienza del tibiale posteriore così come la degenerazione artrosica può essere causa di una coalizione tarsale.

Fondamentale realizzare un planning preoperatorio.Le patologie deI piede bisogna valutarl non come entità singole ma considerando l'intera complessità strutturale.
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L’obiettivo del trattamento è limitare il dolore.

Ricordiamoci che la maggior parte dei pazienti è asintomatica e quindi il trattamento sarà riservato solo in caso di presenza di dolore al piede.

Nella forma conservativa viene raccomandato l’uso di FANS, modificare alcune abitudini di vita, in modo da rendere l’attività fisica una piacere e non un dolore…si possono utilizzare plantari così come nelle forme d’esordio in cui è presente un piede contratturato in eversione si può realizzare una correzione con un gambeletto gessato.

Nel trattamento chirurgico, la scelta del tipo di intervento dipende dalla sua deformità e dalle caratteristiche del paziente:

Sono possibili semplici resezioni della barra con interposizione di tessuto grasso o altro (es. estensore breve) o realizzare artrodesi quando la coalizione è molto estesa o le articolazioni risultano degenerate (con artrosi).

Sarà il vostro ortopedico di fiducia a consigliarvi il trattamento migliore.

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